WESTPOLE

ANSA | Contrastare il coronavirus e implementare lo smart working

Leggi l’articolo: Coronavirus: WESTPOLE tutela dipendenti di ANSA

WESTPOLE agisce nell’emergenza Covid

Non c’è dubbio che lo scoppio dell’epidemia di coronavirus in Italia sia stato inatteso, soprattutto per la violenza con cui è avvenuto e per la rapidità di diffusione del contagio, ma di sicuro ciò che il nostro Paese sta facendo per limitare i danni alla salute dei cittadini e dei lavoratori, in particolare, sembra sortire già qualche effetto positivo.

Se la prima responsabilità della lotta alla diffusione del coronavirus è sicuramente delle autorità pubbliche, a cui spetta prendere le decisioni più opportune per tutelare la salute di noi tutti, è evidente che ogni cittadino e ogni organizzazione sociale, dalle associazioni di volontariato alle imprese manifatturiere, dalle realtà del settore culturale a quelle del commercio, devono contribuire, ciascuno nel proprio ambito e con le proprie competenze specifiche, a rallentare con ogni mezzo il contagio.

WESTPOLE, quindi, ha una doppia responsabilità: in quanto impresa, quella di tutelare la salute dei propri dipendenti e in quanto azienda, esperta in sistemi informatici di alto livello, quella di rendere possibile per i propri clienti l’implementazione dello smart working in modo rapido ed efficiente. Non c’è dubbio, infatti, che la possibilità di lavorare senza uscire di casa è un modo estremamente efficace, se non forse l’unico, almeno in questa fase emergenziale, per coniugare prosecuzione delle attività produttive e tutela della salute dei lavoratori attraverso il distanziamento sociale (leggi anche Solidarietà Digitale | Il digitale a supporto dell’Italia).

 

I provvedimenti per i dipendenti di WESTPOLE 

Per quanto riguarda i nostri stessi dipendenti abbiamo dovuto agire su due fronti: quello di coloro che lavorano nelle nostre quattro sedi operative di Milano, Bologna, Roma e Venezia e quello dei nostri esperti che operano presso le sedi dei clienti e ai quali è stato richiesto di mantenere una continuità di presenza per garantire l’efficienza dei singoli sistemi aziendali.

Per i primi abbiamo immediatamente introdotto lo smart working per tutti e imposto l’astensione dalla presenza in ufficio, seguendo l’evoluzione del contagio e delle disposizioni governative: in questo modo i dipendenti della nostra sede di Milano hanno lasciato gli uffici già il 24 febbraio per proseguire le proprie mansioni a casa, mentre per le sedi di Bologna, Venezia e Roma è scattato un analogo provvedimento a partire da lunedì 9 marzo.

Per chi, invece, lavora abitualmente presso i nostri clienti e non ha potuto, per motivi tecnici legati, ad esempio, alla necessità di operare direttamente sui sistemi, attivare in pieno la modalità dello smart working, abbiamo provveduto alla distribuzione di dispositivi di protezione individuale (DPI) come mascherine, guanti e indumenti protettivi, verificando anche che presso ogni luogo di lavoro fossero rispettate le condizioni di distanziamento fisico tra le persone e di sanificazione periodica dei locali. Abbiamo dotato inoltre tutti i presidi in cui sono presenti nostri dipendenti di termometri per la misurazione quotidiana della temperatura, dove già non avesse provveduto il cliente stesso.

Siamo coscienti, però, che pur essendo la salute la prima doverosa preoccupazione di tutti noi, anche l’aspetto economico legato ai maggiori rischi creati dalla situazione attuale vada tenuto nel dovuto conto. Per questo motivo WESTPOLE ha aumentato a 300€ il bonus di 100€ previsto dal decreto “Cura Italia” per i colleghi che hanno svolto, nel mese di marzo, attività lavorativa presso le sedi di nostri clienti. Abbiamo poi sottoscritto, per tutti i nostri più di 250 dipendenti, un’assicurazione che, fino al 31.12.2020, garantirà indennità in caso di ricovero e di convalescenza per chi sia contagiato dal Covid-19, in modo da assicurare una gestione più serena, almeno dal punto di vista economico, sia della malattia, sia del periodo immediatamente successivo.

 

Come le nostre vite cambieranno con lo smart working

Oltre ad occuparsi, diremmo doverosamente, della protezione della salute dei propri dipendenti, WESTPOLE, però, ha anche un ruolo centrale nell’elaborare e gestire sistemi informatici che consentano ai propri clienti di organizzare le proprie attività con modalità di lavoro agile. È nostro compito, quindi, fare una riflessione sullo smart working che, pur partendo dalla situazione di emergenza che stiamo vivendo e dalle esperienze che vengono realizzate in queste settimane in diversi contesti e settori produttivi, non si limiti alla gestione di una situazione eccezionale, ma analizzi anche le ricadute che questa modalità potrà avere nel futuro.

Sono molte, infatti, le voci che si levano in favore di un’estensione del lavoro agile che vada ben oltre la fase della quarantena e i mesi successivi di progressiva riapertura del Paese, divenendo un elemento strutturale della vita professionale di molti lavoratori. Come è già accaduto per altri settori in cui la rivoluzione digitale ha operato cambiamenti epocali, basti pensare alle prenotazioni di trasporti e pernottamenti in campo turistico o al settore della ristorazione con la diffusione delle consegne a domicilio, anche lo smart working potrà cambiare molte abitudini e stili di vita se verrà applicato su larga scala.

Provando ad elencare solo alcune delle probabili ricadute di una massiccia diffusione dello smart working in Italia, iniziamo dalle conseguenze di tipo economico per i lavoratori, da una parte, e per le aziende, dall’altra.

Il risparmio per il dipendente sarà, soprattutto, in termini di costo dei trasporti per raggiungere il luogo di lavoro, una voce che pesa sul bilancio familiare in modo di certo non trascurabile, quando non decisamente pesante. A seconda dei casi e in base al numero di giorni di smart working sul totale di quelli lavorati, il dipendente potrà decidere di ridurre in modo significativo anche voci di costo strutturali, come quella del possesso di più automobili nello stesso nucleo familiare o di un abbonamento ferroviario per i pendolari.

Dal punto di vista delle imprese, poi, la riduzione degli spazi necessari nelle sedi operative si tradurrà in un immediato risparmio sui costi di locazione, riscaldamento, illuminazione e pulizia, solo per citarne alcuni.

Anche l’organizzazione e la valutazione del lavoro svolto subirà un notevole mutamento se lo smart working diventerà pratica comune in molte imprese. Inevitabilmente, infatti, il focus della dirigenza non potrà essere più sul numero delle ore lavorate, ma dovrà concentrarsi sui risultati effettivamente ottenuti dal lavoratore facendo fare a molte aziende un ulteriore e decisivo passo in avanti verso una gestione meritocratica del personale e un riconoscimento più ampio delle eccellenze presenti tra i propri dipendenti.

 

Lo smart working e le sue esigenze tecniche

Per realizzare questa rivoluzione del mondo del lavoro e poter massimizzare le sue ricadute positive occorre, tuttavia, che i sistemi informatici e le reti aziendali siano in grado di operare efficientemente e in piena sicurezza anche in questa nuova modalità.

WESTPOLE propone da sempre soluzioni per la digitalizzazione delle aziende pubbliche e private collaborando con i massimi esperti del settore e con i leader dell’informatica a livello mondiale. Non sorprende, quindi, che anche di fronte alla prospettiva che una situazione emergenziale come questa possa generare un cambiamento duraturo con una diffusione capillare del lavoro agile la nostra azienda si stia preparando, a partire da due capisaldi: l’efficienza e la sicurezza.

Crediamo, infatti, che solo sistemi di cloud efficienti e sicuri al tempo stesso possano rendere lo smart working davvero conveniente per tutte le aziende che ne vorranno usufruire, per una parte o addirittura per la totalità dei propri collaboratori.

È innanzitutto necessario che il collegamento tra ogni postazione di lavoro casalinga e i server aziendali sia decisamente stabile, in modo il più possibile indipendente dal tipo di hardware presente presso il domicilio del lavoratore. Inoltre, i sistemi aziendali devono essere in grado di sostenere agevolmente una grande mole di collegamenti da remoto senza rallentare la risposta dei software applicativi o il reperimento delle informazioni dai database.

Infine, non possiamo dimenticare il tema della sicurezza dei dati che transitano tra il domicilio del lavoratore e l’azienda. WESTPOLE è, da sempre, impegnata nel campo della cyber security e possiede il know how necessario anche per affrontare questa ulteriore sfida da cui, siamo certi, dipenderà in gran parte l’adozione in concreto di modalità di lavoro nuove e più snelle per tante imprese anche quando, speriamo presto, l’emergenza coronavirus sarà terminata.

 

Leggi l’articolo: Coronavirus: WESTPOLE tutela dipendenti di ANSA

Scopri di più: La WESTPOLE Mentality, i valori

ULTIMI WHITE PAPER

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DEL BLOG

ITA