WESTPOLE

Cloud e Pubblica Amministrazione: il binomio vincente

Cloud e Pubblica Amministrazione non possono più essere divisi. Da anni, la strategia di digitalizzazione italiana poggia sull’incremento dell’utilizzo dei sistemi di cloud computing, con l’obiettivo di ridurre i costi della Pubblica Amministrazione, rendere più efficienti i servizi offerti ai cittadini e migliorare la sicurezza informatica.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevede un capitolo da un miliardo di euro per l’abilitazione e la facilitazione della migrazione al cloud, vale a dire l’implementazione di un programma di supporti e incentivi per agevolare la migrazione di sistemi, dati e applicazioni delle PA verso servizi cloud qualificati, cioè certificati dall’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) sulla base di parametri che garantiscono la loro affidabilità.

Enti locali, regionali e nazionali stanno “migrando” per rinnovare i propri sistemi: i benefici attesi sono talmente pervasivi da essere impossibili da non riconoscere.

Cloud e Pubblica Amministrazione: i 4 benefici della “Nuvola”

Per la Pubblica Amministrazione il cloud è la risposta a molte esigenze, fra cui il bisogno di snellire i processi e adeguare l’infrastruttura IT alle moderne dinamiche di lavoro ibrido, senza compromettere né i flussi di lavoro, né la qualità di servizi che vengono offerti al cittadino.

Anzi: il destino della Pubblica Amministrazione è avere un ruolo sempre più centrale in futuro. Basti pensare ai tanti servizi che sempre di più vengono erogati online, a cui il cittadino può accedere anche da casa. L’aspettativa è di poterlo fare sempre e con una qualità del servizio estremamente elevata.

L’abilitazione al cloud permette alla PA di interpretare il ruolo centrale che deve ricoprire nella vita dei cittadini.

1. Sicurezza migliorata

L’abilitazione al cloud incrementa la sicurezza informatica del perimetro aziendale, in quanto la piattaforma viene costantemente aggiornata dal provider. Spesso, le Pubbliche Amministrazioni non dispongono di un’organizzazione adeguata a rispondere pienamente al costante monitoraggio delle vulnerabilità e a reagire rapidamente a eventuali incidenti di sicurezza. Per sua natura, invece, il cloud rende la PA più sicura, rafforzando la protezione dei dati e costruendo attorno a essi un sistema evoluto di prevenzione degli attacchi e analisi delle vulnerabilità.

Attraverso una combinazione di servizi e strategie di backup di dati, applicazioni e altre risorse fornite da un sistema di cloud pubblico, le organizzazioni possono configurare un piano di disaster ricovery che acceleri i tempi di recupero dei dati e di ripresa dell’operatività ordinaria della PA.

2. Riduzione dei costi di gestione

Il principale motivo per cui i costi del cloud riducono la spesa delle Pubbliche Amministrazioni è che sono prevedibili. Le due principali modalità prevedono un pagamento a consumo (il cosiddetto “pay per use”), in cui le organizzazioni pagano solo per gli effettivi consumi, oppure un canone mensile o annuale (noto anche come “pay as you go”), che comprende anche gli eventuali aggiornamenti.

3. Flussi di lavoro più efficienti

Cloud e Pubblica Amministrazione vanno di pari passo anche perché il cloud permette alle persone di connettersi in sicurezza alle risorse aziendali, in qualunque momento e da qualsiasi luogo. Questo snellisce i processi e, soprattutto, semplifica i flussi di lavoro, ottimizzando le attività e agevolando la collaborazione fra tutti i membri del personale attraverso comunicazioni in tempo reale anche a distanza.

Cloud e Pubblica Amministrazione: solo cloud service provider qualificati

In relazione alle più stringenti normative che la Pubblica Amministrazione deve rispettare e del ruolo rilevante che ricopre nella vita dei cittadini, è stato previsto che le PA possano acquistare i servizi di cloud obbligatoriamente da operatori certificati AgID attraverso il marketplace dedicato, che descrive le caratteristiche tecniche del servizio offerto e i costi.

Il cosiddetto “modello cloud per la PA”, infatti, identifica una serie di principi che vanno rispettati, fra cui:

  • l’interoperabilità dei servizi;
  • la riduzione del rischio di “lock in”;
  • il miglioramento dei livelli di servizio, accessibilità, usabilità e sicurezza.

I servizi cloud per la PA, quindi, hanno superato degli esami di valutazione: le Pubbliche Amministrazioni possono adottarli con la garanzia di affidabilità e scalabilità.

Cloud e Pubblica Amministrazione: l’intervento del PNRR

Il PNRR è intervenuto sul rapporto fra cloud e Pubblica Amministrazione per stabilire i dati e i servizi che le PA dovranno migrare. Non tutti i servizi sono uguali, però, e per questo è stato necessario identificare quelli ordinari, quelli critici e, ancora di più, quelli strategici, che se compromessi possono impattare sulla sicurezza nazionale.

Ne consegue che l’intervento del PNRR è finalizzato a una trasformazione digitale pervasiva della PA per mezzo del cloud. L’obiettivo è arrivare al 2025 con un’adozione pari ad almeno il 75%. Un approccio “cloud first” che ridefinisce strategie e obiettivi per la nuova Pubblica Amministrazione, che deve rispondere ad aspettative sempre più alte e farlo con un’infrastruttura resiliente e scalabile.

 

Scritto da Giacomo Iucci – Technology Competence Center Manager  icons8-colore-50{{cta(’66a193c2-898e-43fb-9c05-fb541fb58c72′,’justifycenter’)}}

ULTIMI WHITE PAPER

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DEL BLOG

ITA