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Modernizzare l’infrastruttura IT: 5 motivi per non rimandare

Ci sono almeno 5 motivi per non rimandare la modernizzazione dell’infrastruttura IT aziendale:

  1. miglioramento delle prestazioni
  2. ottimizzazione dei costi
  3. valorizzazione delle risorse interne
  4. facilità di implementazione
  5. scalabilità (se la modernizzazione sfrutta il paradigma Infrastructure as a Service)

 

1. Infrastruttura IT moderna=migliori prestazioni

Il problema delle performance dell’infrastruttura IT, che una dotazione hardware e software obsoleta o soggetta a frequenti rischi di downtime solleva, è strettamente connesso al business dell’azienda. Se i mercati corrono, ma la tecnologia di cui dispongo rimane ferma, ne va della capacità dell’azienda di essere competitiva. Soprattutto oggi, di fronte a uno scenario in continua mutazione, non riuscire a modernizzare data center, networking, workspace e security impedisce ai dipendenti di essere più produttivi e presta il fianco ai clienti per scegliere alternative ritenute migliori perché all’altezza delle loro esigenze. Non è un caso che il paradigma dell’infrastruttura software-defined sia sempre più apprezzato come modello particolarmente flessibile per la gestione di risorse di elaborazione, rete e storage.

 

2. Ottimizzare i costi dell’infrastruttura IT

Un percorso di modernizzazione dell’infrastruttura IT deve tener conto dei costi TCO (Total Cost of Ownership) che, in particolare quando si opta per soluzioni on premise, comportano l’acquisto di un data center con ricadute, oltre che sull’ammontare della spesa hardware, in termini di costi energetici e nella refrigerazione dei locali. Cosa a cui la modalità Infrastructure as a Service (IaaS) consente di ovviare spostando all’esterno tutti gli oneri di gestione della parte infrastrutturale. Al posto dell’immobilizzazione in chiave CapEx, l’azienda si avvale di data center e networking come servizio OpEx. Con un ulteriore vantaggio sulla perdita progressiva di valore e la conseguente fisiologica obsolescenza di un sistema on premise ai quali, invece, l’IaaS non è soggetto.

 

3. Valorizzazione delle risorse interne

Anche l’impiego delle risorse IT interne all’azienda rappresenta una voce di costo che richiede di essere ottimizzata. Insieme alle funzioni tradizionali di installazione, gestione e manutenzione di software e hardware, sono chiamate infatti a compiere operazioni di configurazione, backup, security. L’adozione di un’infrastruttura IT come servizio solleva, invece, il personale da attività a scarso valore aggiunto per farlo concentrare su questioni tattiche e strategiche quali, ad esempio, il monitoraggio delle performance, l’analisi del fabbisogno tecnologico dell’impresa dal punto di vista del business, l’affiancamento dei dipendenti su tematiche inerenti la corretta gestione dei dati e della privacy a misura di GDPR.

 

4. Implementazione dell’infrastruttura IT

Fino a qualche anno fa, solo impostare il provisioning dell’infrastruttura comportava tempi lunghissimi per definire la distribuzione e la configurazione. Oggi, poiché la strada della modernizzazione passa quasi necessariamente dal cloud computing (pubblico, privato e ibrido), è la sua stessa versatilità a semplificare l’implementazione di tutta o parte dell’infrastruttura IT, mettendo a “nativamente” disposizione funzioni come quelle di disaster recovery e business continuity. Così come la migrazione di dati verso la nuvola risulta essere una manovra particolarmente veloce e a impatto attenuato sull’operatività quotidiana degli end user. Se si pensa che in passato un aggiornamento del sistema costringeva a lunghi tempi di attesa, si capisce perché sempre più aziende apprezzino il modello IaaS e il cloud che lo rende possibile.

 

5. Per un’infrastruttura IT scalabile

Fra i motivi che dovrebbero spingere a non rimandare la modernizzazione dell’infrastruttura IT, probabilmente basterebbe la scalabilità da sola. Questa caratteristica, infatti, contiene in sé sia il concetto di flessibilità, per cui le risorse di calcolo o lo storage vengono utilizzati solo in base al reale fabbisogno, sia quello di modularità dei costi. Tant’è vero che il canone periodico oscilla a seconda dei consumi e si fonda sul metodo del pay per use. Se si collega questa peculiarità a quanto si ricordava all’inizio, a proposito di uno scenario di mercato continuamente in divenire, con picchi nella domanda di risorse che possono essere seguiti da flessioni repentine, allora si intuisce il motivo per cui un’infrastruttura IT oggi non può che essere scalabile.

 

Scritto da Alessio Silvi – Chief Technology Officer icons8-colore-50

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