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Native cloud: perché conviene

Di native cloud si parla da diverso tempo come uno degli abilitatori più importanti per la digital transformation delle aziende. Se per le imprese di livello Enterprise si tratta di una evoluzione naturale, per quelle meno strutturate rappresenta una vera rivoluzione, sia dal punto di vista della scelta di nuove infrastrutture cloud, sia per il grado di partecipazione richiesto al management per l’implementazione di questa tecnologia. 

 

Native cloud: cos’è? 

Prima di approfondire i vantaggi offerti dalle soluzioni cloud native, è bene precisare che quando parliamo di native cloud consideriamo non solo un ecosistema di tecnologie, ma anche tutto il parco applicativo che rientra in questa definizione. Possiamo dire che il native cloud rappresenta la risposta tecnologica che permette di efficientare i modelli operativi basati sulla “Nuvola”, consentendo di distribuire applicativi sia in ambiente pubblico, sia in quello privato o ibrido. 

Un’applicazione è cloud native quando, sfruttando il cloud e i microservizi, offre massima scalabilità, permette di procedere con le attività di manutenzione senza richiedere l’interruzione dei servizi ed è semplice da utilizzare. Caratteristiche che, già da sole, rispondono a molte delle esigenze odierne del Top Management: taglio dei costi delle infrastrutture, ottimizzazione dei processi, ricerca di continuità nell’erogazione di servizi e nella produzione, così come la riduzione del provisioning, sono tutti temi che trovano nel native cloud una soluzione più che efficace.  

 

Native cloud: le aziende ci credono 

Stando alle più recenti previsioni di IDC, entro il 2024 le imprese di tutto il mondo avranno modernizzato circa il 70% del proprio parco applicativo, valorizzandolo secondo logiche cloud native.  

Per quanto riguarda il panorama italiano, invece, i risultati di una survey condotta alla fine del 2021 dall’Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico di Milano su un panel di 129 grandi imprese, poneva l’accento sulle percentuali delle applicazioni aziendali, già presenti all’interno delle organizzazioni, in grado di soddisfare le caratteristiche native cloud. In dettaglio:  

  • Continuous Delivery – 12% 
  • Architetture a Microservizi – 11% 
  • Strumenti di orchestrazione e automazione – 11% 
  • Container – 10% 

Come è facile intuire, molto deve essere ancora fatto anche per quanto riguarda le aziende più strutturate. Grazie, però, agli incentivi del Piano di Ripartenza e Resilienza (PNRR) i fondi destinati alla Mission 1 (Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura) consentiranno adeguati investimenti in questa direzione, potendo contare su 49,9 miliardi di euro di dotazione complessiva, di cui 27,6 miliardi destinati alle imprese.   

 

Native Cloud, perché adottarlo?  

Se il mercato sollecita il Top Management in modo sempre più frenetico al rilascio di prodotti e servizi, l’adozione di soluzioni native cloud può facilitare sensibilmente il rispetto del time to market. Lo sviluppo di applicazioni in ambiente native cloud risulta estremamente più dinamico, ricalcando perfettamente le modalità di progettazione e rilascio di servizi agile. 

Stando al documento State of Cloud Native Development Report pubblicato da Cloud Native Computing Foundation (CNCF), il cloud nativo è senza dubbio in crescita: basti pensare che, negli ultimi dodici mesi, il numero globale di cloud native developer è passato da 0,3 milioni a 6,8 milioni. Secondo un recente report di Tigera, invece, il 75% delle aziende sta sviluppando applicazioni cloud native. Gartner, poi, stima che entro il 2025 più del 95% dei nuovi workload digitali sarà basato su piattaforme in cloud nativo. 

Non solo: sempre stando al campione di grandi imprese coinvolto dall’Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico di Milano, scalabilità, flessibilità e portabilità risultano essere i vantaggi principali riscontrati dall’adozione del cloud nativo. Nel dettaglio, il Top Management delle aziende intervistate ha valutato come segue i benefit di questa soluzione:  

  • Scalabilità – 95% 
  • Flessibilità – 86% 
  • Portabilità – 80% 
  • Velocità di sviluppo – 73% 
  • Manutenibilità – 71% 
  • Sicurezza – 69%   
  • Semplicità di deployment – 68% 
  • Costo di gestione – 61% 
  • Costo di realizzazione – 54% 

Un altro aspetto molto importante da considerare è che il native cloud consente di sviluppare soluzioni eseguibili sia all’interno di container, sia in ambiente serverless. Questo permette di beneficiare di un’allocazione dinamica delle risorse, che è funzione delle necessità di elaborazione. Tali risorse sono attivate dal cloud provider (gli sviluppatori non si devono, quindi, preoccupare del provisioning dei server o delle scalabilità delle soluzioni) e rimangono attive solo durante l’utilizzo delle applicazioni. Si ha, quindi, un duplice vantaggio: da una parte l’ottimizzazione dell’efficienza e dall’altra si paga solo per il reale tempo di utilizzo delle risorse. 

 

Comprendere il costo del cloud nativo 

Per intraprendere questo percorso occorre, però, che siano ben chiari i costi. Estremamente importante in questo senso è la fase di assessment, condotta internamente o con il supporto di un partner esterno. In questa parte del processo si definiscono gli investimenti, che devono riguardare non solo la pianificazione e la gestione della nuova infrastruttura cloud ma, anche il tracciamento delle prestazioni, al fine di definire il corretto pricing dei servizi e l’attribuzione dei costi. 

Il native cloud si presenta non più come una necessaria evoluzione tecnologica quanto, piuttosto come una rivoluzione dinamica del pensiero aziendale, che non prevede più di considerare in modo monolitico infrastruttura IT e applicazioni, ma in modo distribuito. Protagonisti sono microservizi e container: la scalabilità è on demand e può essere attivata dagli eventi. L’alto livello di automazione e di “suddivisione” semplifica lo sviluppo, la gestione e l’utilizzo delle applicazioni, a tutto vantaggio degli utenti che possono ancor di più e meglio focalizzarsi sulle attività core.


Scritto da Danilo MenichettiTech Lead IT Operation icons8-colore-50

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